Il 20,8 % di cio che usiamo deriva da materiale di scarto riciclato. Non siamo sempre ultimi, l’Italia è al secondo posto per riciclo di materiali.
Cosa significa? In parole semplici, il nostro Paese è secondo in Europa per “tasso di circolarità”, un indice che misura la quota di materiali riciclati sul totale dei materiali utilizzati, i quali invece di essere smaltiti come rifiuti, vengono reintegrati nei processi produttivi.
Rispetto alla media UE, il cui tasso di circolarità nel 2023 è stato dell’11,8% (si presuppone che entro il 2030 possa duplicare), l’Italia si è dimostrata sorprendentemente avanguardistica in merito a questa tematica. In termini percentuali, il nostro Paese si ritrova sopra la media UE di ben 9 punti (20,8%).
Leader indiscussi per tasso di circolarità sono i Paesi Bassi, che staccano la seconda in classifica di ben 10 punti (30,6%). Gli ultimi in classifica sono Romania (1,3%), Irlanda (2,3%) e Finlandia (2,4%).
Facciamo qualche esempio: per quanto riguarda l’industria dell’alluminio, il riutilizzo delle lattine riduce la dipendenza dall’estrazione del minerale da cui questo metallo deriva, la Bauxite. Nell’edilizia le macerie derivanti dalla demolizione vengono riciclate e mediante un processo, vengono trasformate in nuovi materiali da costruzione, come cemento o ghiaia. Per non parlare del vetro, che è l’unico materiale riciclabile all’infinito (se volete recuperare il video, ne abbiamo parlato qualche giorno fa). Riguardo la plastica, essa viene ripulita e trasformata in granulato che viene utilizzato a sua volta per la produzione di nuovi contenitori o tessuti tecnici. Riguardo l’industria della moda, sono molti i brand, che anche per una questione di identity, si servono di tessuti derivati da materiale riciclato.
Il riciclo di materiali porta grandi vantaggi a livello ambientale: diminuisce lo smaltimento in discarica o l’incinerazione dei rifiuti, non inquina l’ambiente, poiché evita nuovi processi produttivi per la produzione di nuovi materiali, promuove un modello sostenibile di economia circolare e riduce la dipendenza dall’estrazione di nuove risorse.